sabato 17 agosto 2024

Il distretto minerario della Maiella

 A cura di Giuseppe Ferrante

Sul territorio della Maiella occidentale esistono importanti testimonianze di archeologia industriale e diverse fonti storiche riportano notizie circa l’estrazione del minerale bituminoso dai giacimenti presenti nei dintorni. Lo storico Michele Tenore, nel suo Viaggio in Abruzzo Citeriore nell’estate del 1831, riporta che lungo le vallate dei fiumi Lavino e Lejo era possibile osservare, trasportati dalle acque, grossi massi impregnati di bitume che riaffiorava dalla viscere della montagna. Sempre Michele Tenore sottolineò che gli abitanti del posto raccoglievano queste sostanze oleose per utilizzarle come pece.

La conoscenza del sottosuolo della Maiella e delle sue risorse risalgono al periodo romano, come testimonia un panetto di asfalto iscritto ritrovato in zona, che conferma come in età romana anche in Abruzzo fosse praticata la lavorazione degli idrocarburi. Lungo la vallata del fiume Lavino, infatti, lo sfruttamento dei giacimenti di bitume presenti nel sottosuolo iniziano fin da subito ad interessare il territorio della Maiella occidentale e degli altri siti che un tempo erano sotto la giurisdizione di Interpromium. L’avvio dell’estrazione e della lavorazione del minerale asfaltifero era necessario per impermeabilizzare il fondo delle navi che i romani tenevano ormeggiate nel porto della vicina Aternum, l’attuale Pescara.

L'industria asfaltifera della Maiella è stata molto importante per l'intero fabbisogno nazionale, tanto che fino agli anni '60 il distretto minerario ricompreso nei comuni di Abbateggio, Manoppello, Lettomanoppello, Roccamorice, San Valentino in Abruzzo Citeriore e Scafa forniva circa il 40% della produzione italiana.

La prima attività estrattiva del bitume della Maiella con metodologie industriali avvenne nel 1844 per iniziativa di Silvestro Petrini. L'imprenditore abruzzese, infatti, aveva condotto delle ricerche sul campo sin dal 1840, e nel 1844 impiantò uno stabilimento per la lavorazione del petrolio e degli asfalti partendo con un capitale sociale di 40.000 lire. Dall’iniziativa di Silvestro Petrini prese avvio una stagione di grande sviluppo industriale con la costruzione di fabbriche, ferrovie per il trasporto del materiale, teleferiche, centrali elettriche e vennero coinvolte società italiane, tedesche, inglesi, svizzere, che di volta in volta entrarono in possesso delle licenze minerarie per lo sfruttamento delle risorse.


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