A cura di Giuseppe Ferrante
La conoscenza del
sottosuolo della Maiella e delle sue risorse risalgono al periodo romano, come
testimonia un panetto di asfalto iscritto ritrovato in zona, che conferma come
in età romana anche in Abruzzo fosse praticata la lavorazione degli
idrocarburi. Lungo la vallata del fiume Lavino, infatti, lo sfruttamento dei giacimenti
di bitume presenti nel sottosuolo iniziano fin da subito ad interessare il
territorio della Maiella occidentale e degli altri siti che un tempo erano
sotto la giurisdizione di Interpromium. L’avvio dell’estrazione e della
lavorazione del minerale asfaltifero era necessario per impermeabilizzare il
fondo delle navi che i romani tenevano ormeggiate nel porto della vicina
Aternum, l’attuale Pescara.
L'industria
asfaltifera della Maiella è stata molto importante per l'intero fabbisogno nazionale,
tanto che fino agli anni '60 il distretto minerario ricompreso nei comuni di
Abbateggio, Manoppello, Lettomanoppello, Roccamorice, San Valentino in Abruzzo
Citeriore e Scafa forniva circa il 40% della produzione italiana.
La prima
attività estrattiva del bitume della Maiella con metodologie industriali
avvenne nel 1844 per iniziativa di Silvestro Petrini. L'imprenditore abruzzese,
infatti, aveva condotto delle ricerche sul campo sin dal 1840, e nel 1844
impiantò uno stabilimento per la lavorazione del petrolio e degli asfalti
partendo con un capitale sociale di 40.000 lire. Dall’iniziativa di Silvestro
Petrini prese avvio una stagione di grande sviluppo industriale con la costruzione
di fabbriche, ferrovie per il trasporto del materiale, teleferiche, centrali
elettriche e vennero coinvolte società italiane, tedesche, inglesi, svizzere,
che di volta in volta entrarono in possesso delle licenze minerarie per lo
sfruttamento delle risorse.
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