A cura di Giuseppe Ferrante
In diversi
centri della “Città della Maiella” è possibile osservare la presenza di pietre antiche reimpiegate negli stessi edifici storici a cui appartenevano, ma
decontestualizzate rispetto alla loro originale collocazione. A volte, queste
pietre, sono state incastonate anche in edifici più moderni. Tale
peculiarità è riscontrabile soprattutto nei centri storici o nei più estesi
complessi monumentali come nel caso della recinzione della chiesa di San Tommaso Becket di
Caramanico. Questa consuetudine conosciuta come spoliazione è legata all’esigenza di
riutilizzare materiale appartenuto a precedenti strutture in quanto il
sopraggiungere di eventi traumatici ha portato alla distruzione delle
architetture preesistenti. Di conseguenza, la penuria di materia prima, costringeva
a ricostruire gli edifici con le pietre già usate in precedenza per la loro
realizzazione, senza però poterle riposizionare nelle loro precedenti sedi
perché impossibile.
L’area della Maiella è nota per una lunga serie storica di terremoti che in più occasioni hanno causato ingenti danni al patrimonio architettonico. Ma ci sono anche altre cause di distruzione come ad esempio gli assedi e le guerre condotte per reclamare le proprietà dei castelli, come nel caso dell’antico Castello di Lettomanoppello, tanto che il “1 settembre 1442, dall’accampamento contro Tocco da Casauria: Re Alfonso I, in considerazione dei gravi danni causati dalle guerre di quegli anni alle Università e agli uomini del castello di Lettomanoppello concede l’esenzione dal pagamento del focatico e di qualsiasi colletta, sia ordinaria, sia straordinaria, per i successivi dieci anni”. I segni dello spoglio a Lettomanoppello sono visibili presso le chiese di San Nicola e di San Pietro.
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Lettomanoppello |
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San Valentino |
A san Valentino, invece, è addirittura murata nella chiesa di San Donato una lastra di epoca romana di età imperiale con un'inscrizione dedicata da un tale Marcus Dulius Gallus a Sextus Pedius Lusianus Hirrutus della tribù Arniense di cui viene riportato il cursus honorum. L'iscrizione è molto interessante perché ci attesta che il personaggio di cui si parla apparteneva alla tribù Arniense che è attestata tra Chieti e San Clemente a Casauria, e in più è il finanziatore della costruzione di un anfiteatro, forse quello di Chieti.
Pietre antiche reimpiegate come imposte per delle finestre sono visibili a Roccacaramanico dove è presente una lastra con incisa un'iscrizione in caratteri medievali, ad Abbateggio dove gli elementi in pietra rimandano certamente ad una precedente struttura ecclesiastica per la presenza dei tipici simboli del pellegrino in voga nel Medioevo, e a Roccamorice per la presenza di una bella formella antica.
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Abbateggio |
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Roccacaramanico |
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Roccamorice |
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