A cura di Giuseppe Ferrante
In diversi centri della “Città della Maiella” sono attestati riti e consuetudini devozionali correlati al culto delle acque.
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Fonte Marte |
Con la
cristianizzazione del territorio normalmente i luoghi di culto pagani non
vengono obliterati, ma semplicemente intitolati a santi cristiani. È il caso di
Fonte Sant’Agata di Abbateggio, protettrice delle balie
e depositaria di una forte devozione. Negli anni addietro, le pratiche rituali
connesse al culto di Agata avevano un’origine che si ricollegava direttamente
alle divinità dell’abbondanza e della fertilità di epoca italica e romana. Ad
Abbateggio è attestata la consuetudine dei bagni propiziatori che le donne
gravide o che dovevano allattare eseguivano nella fontana che sorgeva accanto
alla chiesa dedicata alla santa. La tradizione vuole che le donne, mentre si
recavano a compiere questo rito, dovevano donare ai passanti che incontravano cibi
o bevande precedentemente preparate. Giunte alla fontana sorseggiavano l’acqua
ritenuta miracolosa, si bagnavano il petto e recitavano delle preghiere e delle
invocazioni a Sant’Agata. Sulla Maiella il rito di Sant’Agata era molto diffuso
e ad Abbateggio solo da pochi decenni è cessato, tanto che i più anziani
ricordano bene questa antica pratica e la forte venerazione che veniva rivolta
alla santa protettrice delle donne che allattano.
Nei pressi di Caramanico esistono pratiche devozionali legate a pozzi e sorgenti. All’interno della chiesa di San Tommaso Becket, infatti, è presente un pozzo ritenuto sacro le cui acque avrebbero potere taumaturgico, mentre per curare la malaria la popolazione locale ha fatto ricorso alla miracolosa acqua della grotta di San Cataldo sul fiume Orfento.
Le acque sgorganti
dalle rocce e vicino alle grotte sono state sempre associate a miracoli benefici
per la salute, come quella dell’eremo di Sant’Onofrio a Serramonacesca o della
sorgente del Garzillo nei pressi della grotta di San Michele Arcangelo a
Lettomanoppello, che ci ricorda come anche la figura dell’Arcangelo Michele è
strettamente connessa al culto delle acque.
Nel territorio preso in esame, infine, è curiosa la presenza di due fonti legate a Celestino V. La Fonte del Papa di Lettomanoppello è da sempre accostata alla figura di Pietro da Morrone e si ritiene che le sue acque abbiano effetti benefici sulla salute e contro le forze del male, mentre a Roccamorice è presente la Fonte del Catenaccio che, secondo la credenza popolare, sarebbe stata propiziata da Celestino V percuotendo la roccia con il catenaccio utilizzato per chiudere le porte dell'eremo di San Bartolomeo in Legio.
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