A cura di Giuseppe Ferrante
In diversi centri dell’Abruzzo medievale
l’arte dell’oreficeria è stata particolarmente prolifica, con produzioni
straordinarie destinate alle grandi abbazie e chiese monumentali non soltanto
dell’Abruzzo, ma anche delle regioni limitrofe.
L’Aquila, Sulmona, Lanciano, Penne,
Teramo, Guardiagrele (quest’ultima patria del celebre maestro Nicola), sono
state le città che maggiormente hanno dedicato maestranze alla fusione e alla
modellazione dei metalli. Oro, argento, pietre preziose, oltre che
metalli non nobili (ma anch’essi costosi) venivano regolarmente impiegati per
ottenere ostensori, croci processionali, reliquari (e molto altro). Con degli statuti venivano designate le
regole e specificate le sanzioni da applicare nel caso in cui un artista avesse
truffato il proprio committente, impiegando meno metallo di quanto stipulato
per contratto. La garanzia veniva sancita dal bollo apposto sui manufatti dalle
officine designate direttamente dai provvedimenti reali. Le sole officine regionali designate a
garantire le committenze affinché gli artisti rispettassero i quantitativi di
metallo concordato erano site a L’Aquila e a Sulmona. Dei saggiatori, infatti,
dopo aver fatto delle verifiche, imprimevano dei bolli di garanzia sulle opere:
il bollo con le iniziali SUL veniva impresso a Sulmona, mentre a L’Aquila il
bollo con le iniziali AQ.
Proviene da Lettomanoppello (ma custodita presso la diocesi Chieti-Vasto)

una croce di
pregevole fattura ottenuta con le tecniche dello sbalzo e della cesellatura,
con i terminali dei bracci trilobati. Di tale manufatto non si conosce né
l’artista che ha eseguito il lavoro, né il committente. Per comparazione con altri
tipi, però, è possibile inquadrare sia l’ambito cronologico con una datazione
al XIV secolo, sia l’ambito geografico di produzione individuato nella scuola
sulmonese. La croce lettese è di quelle definite
processionali, ossia impiegate di norma nelle celebrazioni del periodo
pasquale. Di questa tipologia, nelle botteghe di Sulmona, ne sono state
prodotte tantissime in epoca medievale e destinate agli edifici religiosi
sparsi sulla Maiella. L’impostazione
iconografica è assai particolare: sul Recto è presente al centro il crocifisso,
in alto ed in basso due angeli, a sinistra una santa (forse la Madonna), a
destra un santo. Sul verso, invece, al centro troviamo raffigurato un abate
(forse il committente), mentre ai lati dei bracci ci sono i quattro evangelisti.
Lungo i bracci è possibile osservare anche tre medaglioni raffiguranti: un
vescovo in basso, la Madonna con Bambino a sinistra, un monaco a destra. Un’altra
particolarità della croce di Lettomanoppello è che il rame, il ferro, e un
piccolo quantitativo di argento, ricoprono un’anima di legno. Ciò denota che seppur
la committenza apparteneva alle gerarchie ecclesiastiche, questa tuttavia non
doveva essere particolarmente facoltosa per potersi permettere un manufatto
interamente in metallo.
Nessun commento:
Posta un commento