sabato 31 agosto 2024

Strumenti musicali, balli e canti della "Città della Maiella"

A cura di Giuseppe Ferrante

Negli ultimi tempi sono state condotte delle ricerche nel tentativo di recuperare il repertorio degli strumenti musicali, dei balli e dei canti popolari dei vari paesi dell'area pedemontana della Maiella pescarese. Nei centri ricompresi nella “Città della Maiella” sono stati rintracciati elementi di interesse storico legati a dei balli antichi tipici della regione Abruzzo, che in ambito locale hanno evidenziato caratteri originali. Si tratta della saltarella e della più antica ballarella, due danze praticate in occasioni di feste e ricorrenze popolari di ambito profano, che attraverso una sorta di rituale, nel quale l'uomo iniziava la danza, avevano scopo di corteggiamento.

Importante è anche la presenza di strumenti musicali realizzati con materiale a volte costituito da scarti di lavorazione del legno o ricavati da altri arbusti come la canna. Presente un po' ovunque sulla Maiella e con diverse varianti è il calascione, uno strumento a corda simile alle moderne chitarre. La sua forma presentava delle varianti nella cassa che poteva essere piatta o bombata. Questa differenza tipologica, seppur possa apparire come una preferenza stilistica legata al suono, è in realtà una scelta obbligata dal tipo di legno utilizzato, di norma il pioppo. Il calascione aveva quattro corde ricavate dalle budella essiccate degli animali.

Il secondo strumento tipico e tra i più diffusi fino alla metà del '900 era il tamburello, anch'esso presente nell'intera area della Maiella, ma caratterizzato da alcune varianti distinte per dimensioni e disposizione dei sonagli. A proposito di questo strumento, va precisato che il tamburello di Abbateggio era differente da quelli di Lettomanoppello, Roccamorice e degli altri paesi circostanti per le dimensioni: aveva un diametro di circa 28-29 cm e una profondità di circa 8 cm che ne facevano uno dei più piccoli. La prassi costruttiva invece era la stessa per tutti i tipi. La parte in legno circolare era derivata da un setaccio della farina sul quale veniva estesa la pelle, che poteva essere di pecora o capra, ma anche di tasso. Sull'anello circolare di legno erano praticate delle aperture per inserire dei sonagli di latta, tenuti insieme da filo di ferro. Il tamburello era molto diffuso, in quanto si utilizzava per accompagnare le danze della saltarella e della ballarella.

Accanto al calascione e al tamburello vi erano altri strumenti detti "minori", piccoli oggetti realizzati per diletto da pastori e contadini mentre erano al lavoro. La scupine era ottenuta con la vescica di un maiale adeguatamente lavorata e trattata per realizzare un sacchetto sul quale si innestava un soffiatoio in canna. In questo modo si realizzava uno strumento a fiato di piccole dimensione simile alla zampogna. Sempre tra gli strumenti a fiato molto particolare era lu ciuffularelle, un flauto ricavato dalla canna oppure dal legno, che poteva avere 5 o 6 fori; esisteva anche una variante, che però veniva suonata di traverso, chiamata lu fraule. 

Fino agli anni '30 del '900 è attestata la presenza di un collettivo itinerante sulla Maiella, che eseguiva con gli strumenti tradizionali sia l'accompagnamento dei riti sacri durante le feste patronali, sia i balli e i tipici canti della tradizione abruzzese e
delle feste profane.


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